E’ certamente vero che le nostre convinzioni fondamentali sulla nascita hanno una forte influenza sul modo in cui la sperimentiamo. Se ci aspettiamo che sia gioiosa e siamo entusiaste o incuriosite da essa, allora ci prepariamo ad un’avventura, un viaggio, piuttosto che concentrarsi sul dolore. Con questo approccio, come per ogni viaggio, ci prepariamo in qualche modo, emotivamente e fisicamente. Emotivamente, in un certo senso, ci siamo preparate per questo, come donne, per la gran parte della nostra vita. Dall’inizio della pubertà, ogni mese è una mini nascita, un lasciarsi andare all’apertura; infatti nelle culture più antiche, il sangue mestruale, come la nascita, è stato visto come sacro. Tuttavia, molte donne resistono o sono addirittura vergognose di questo aspetto della loro energia, e piuttosto che ascoltare il proprio corpo ogni mese, e mettere a punto le loro emozioni e sensazioni fisiche, le hanno soppresse attraverso gli antidolorifici. I nove mesi di gravidanza offrono anche la possibilità di prepararsi per la nascita: le emozioni associate a diventare madre, i cambiamenti nelle nostre dinamiche relazionali, le paure e le gioie. Tuttavia ancora una volta, molte donne non sono particolarmente in sintonia con il proprio corpo che cambia e possono risentirsi dei cambiamenti che impediscono loro di procedere con il resto della loro vita.
Durante il parto, emozioni forti vengono in superficie: a volte queste possono includere paura di morire o di morte del bambino. Mentre la morte reale è rara attualmente in donne sane (anche se, purtroppo, molte donne e bambini che vivono nei paesi poveri, per lo più sub Sahariani in Africa muoiono per cause in gran parte prevenibili), l’emozione della morte è parte del processo: un aspetto di sé muore, la singola persona, le vecchie relazioni familiari, ed è la fine della gravidanza. Forse la propria esperienza di nascita è stata difficile e così si stanno portando i ricordi di quel momento nel proprio corpo. Può darsi che l’esperienza della nascita nella famiglia d’origine sia stata difficile.
O forse è più collegata al passaggio del bambino: si bloccano, vanno in panico. Nascere è come ci muoviamo da una fase all’altra della nostra vita. Per alcuni di noi questo è più facile che per altri.
Una donna che è abituata ad ascoltare le sue emozioni, non ha paura di loro e ha imparato i modi in cui può affrontarle. Se questa è la prima volta che la donna le ha davvero ascoltate, allora si destabilizza.
La paura è un’emozione potente: è stato dimostrato che può bloccare fisicamente il processo della nascita, può renderlo più doloroso. Infatti una delle strategie più efficaci nel travaglio è quello di essere il più rilassata possibile.
Shiatsu e travaglio
La nascita è un evento fisico: una danza complessa tra i corpi della madre e del bambino. La gravidanza va in qualche modo ad aiutare a prepararci per questa danza. Con l’aumento del peso, possiamo imparare che la posiziona allevia il dolore o il disagio, come possiamo muoverci e sostenere noi stessi e il nostro bambino. Una parte del dolore in travaglio può essere causato dalla posizione sbagliata: sdraiata o seduta all’indietro su superfici dure mette sotto pressione aree che necessitano di essere mobili e ciò può causare dolore. Il dolore allora significa che abbiamo bisogno di cambiare posizione, di spostare il peso. Il dolore può indicare che siamo stanche e abbiamo bisogno di riposare. Da un punto di vista medico l’aspetto del riposo in travaglio tende a non essere sottolineato abbastanza, c’è più attenzione sulla necessità di progredire nella dilatazione o nelle spinte. Il dolore potrebbe indicare anche che abbiamo bisogno di mangiare.
Il dolore potrebbe anche indicare che il bambino ha bisogno di cambiare posizione. Nella maggior parte dei casi cambiare posizione o lavorare con le emozioni può influenzare il dolore. A volte il bambino è così bloccato che l’intervento medico è necessario, ma in realtà questo è abbastanza raro in una madre con un bambino sano, perché i nostri corpi e i nostri bambini sono progettati per partorire.
Naturalmente il dolore estremo può anche indicare altre complicazioni ma ancora una volta, queste sono di solito rare.
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liberamente tratto e tradotto da
Suzanne Yates
http://wellmother.wordpress.com/2014/06/14/exploring-pain-in-childbirth/