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Nella pratica professionale affrontiamo quotidianamente la presenza di cause emotive di un disturbo e di quelle fisiche.

Le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o appresi.
In termini evolutivi, o darwiniani, la loro principale funzione consiste nel rendere più efficace la reazione dell’individuo a situazioni in cui si rende necessaria una risposta immediata ai fini della sopravvivenza, reazione che non utilizzi cioè processi cognitivi ed elaborazione cosciente.


Condizioni di disagio e frustrazione generano spesso impazienza, rabbia e ansia, una forma di “paura non detta e contenuta in una rigida corazza”. Queste sono spesso il risultato stressante di un “vagare” della mente in momenti diversi da quello presente (J.Hillman).

Le emozioni rivestono anche una funzione relazionale (comunicazione agli altri delle proprie reazioni psicofisiologiche) e una funzione autoregolativa (comprensione delle proprie modificazioni psicofisiologiche). Si differenziano quindi dai sentimenti e dagli stati d’animo.
“Percepire” un’emozione attraverso il contatto è un’esperienza che ogni operatore shiatsu ha provato in modo intenso più di una volta.
Infatti toccare una persona di solito ci permette di entrare in relazione più intensamente rispetto ad un comune momento di distacco fisico o emotivo. Durante il trattamento shiatsu entrano in gioco altri fattori che aumentano la percettività, ad esempio il rilassamento fisico e la concentrazione mentale.
Il rilassamento fisico favorisce la comunicazione tattile perché riduce gli stimoli fisici grossolani e permette di aumentare la percezione fine. La concentrazione mentale incanala la percezione e aumenta la capacità di ascolto.
A questo punto bisogna riuscire a identificare l’emozione prevalente, premendo sui meridiani, permettendoci di percepirla come la percepisce la persona. L’emozione prevalente potrà essere più percepibile in alcuni e meno in altri, potrà essere più legata ad una tensione profonda o più superficiale, a seconda del vissuto e della costituzione della persona. Le persone non sono tutte uguali, non si sentirà in tutte lo stesso tipo di intensità emozionale in quanto ognuno di noi ha una diversa personalità (operatore/ricevente).
La cosa più importante da fare per essere efficaci nella percezione e nel trattamento è riuscire a distinguere le nostre emozioni da quelle della persona che si sta trattando. Questo è sicuramente il compito più difficile. Infatti di solito le emozioni più percepibili dallo shiatsuka sono quelle a cui è più sensibile, cioè quelle di cui si ha più esperienza. L’empatia gioca un ruolo fondamentale nel costruire un ascolto non valutativo e non deve essere confusa con la  simpatia: quest’ultima è un autentico sentimento doloroso, di sofferenza insieme (da syn- “insieme” e pathos “sofferenza o sentimento”) al ricevente ed è  quindi un ostacolo ad un giudizio efficace; al contrario l’empatia permette all’operatore di comprendere i sentimenti e le sofferenze del ricevente, in-corporandoli nel trattamento ma senza esserne sopraffatto o confuso.
In generale le persone sperimentano tutte le stesse emozioni. Se lo shiatsuka è influenzato dalle proprie emozioni, quando ascolta e tratta la persona, facilmente andrà a percepire quelle emozioni simili (che entrano in risonanza) con le proprie e che sono presenti nella persona ma non sono quelle che prevalgono.

La nostra vita è la manifestazione dell’energia sia psicologica che fisica. Ancora oggi la maggior parte degli psicologi occidentali non considera il corpo fisico quando analizza gli stati psichici. Tuttavia ci sono moltissime indicazioni che il corpo fisico esprime che permettono di rivelare lo stato mentale-perfino dei traumi passati (W.Ohashi).

EMOZIONI DEL RICEVENTE – distinzione – EMOZIONI DELL’OPERATORE
E’ importante capire la necessità di riuscire a creare la distinzione fra le  emozioni del praticante e del ricevente. Quando si è in grado di creare la distinzione pur restando nello stato di massima percezione, la persona avrà la sensazione di essere accudita senza giudizio.

CONTATTARE L’EMOZIONE Quando si contatta l’emozione (sull’hara o su altre parti) la prima cosa da fare è quella di “ascoltare” le proprie percezioni. La risonanza emotiva ha un preciso effetto fisico (diverso per ognuno di noi) che agisce sul ritmo cardiaco, sulla tonicità muscolare, fino ai movimenti interni, che individuano l’emozione.
Probabilmente questa capacità di percezione è innata, perché abbiamo un linguaggio del corpo che è ancestrale. Ci sono delle onde, delle vibrazioni che ci arrivano attraverso le mani, il cuore, il cervello. D’altronde un bambino di pochi mesi è in grado di capire subito se è amato o no, dal semplice contatto fisico che è il primo tipo di contatto che ha.
Quindi attraverso il semplice contatto possiamo percepire l’emozione. Proprio perché è la prima cosa che abbiamo imparato è la nostra base di comunicazione, la più istintiva.
Se però il contatto e l’ascolto permangono a lungo succede che noi TRATTENIAMO l’emozione. E’ importante che il contatto sia ‘veloce’ perché altrimenti manteniamo ferma l’emozione, cioè le impediamo di spostarsi, di cambiare. Dopo un veloce ascolto bisogna passare subito al trattamento.

SMUOVERE L’EMOZIONE
Per smuovere l’emozione quindi non bisogna stare ‘fermi’ su di essa, bensì non darle troppa importanza, non fissare la propria mente su di essa, non prenderla in ‘seria’ considerazione.
Questo fa parte di quella “distinzione” di cui ho già parlato prima.
Quando stiamo facendo un trattamento, se siamo concentrati sulla zona di percezione dell’emozione, la teniamo lì, non le permettiamo di andarsene via e la rinforziamo. Allora è bene individuare l’emozione e poi staccare il nostro pensiero, non prenderla in seria considerazione ma piuttosto accompagnarla per favorire il rilascio.
Questo vale anche ovviamente anche per la persona trattata perché nel momento che pensa di essere in quello stato, lo alimenta.
Lo shiatsuka può smuovere l’emozione attraverso il trattamento, il MOVIMENTO. Quando il praticante percepisce l’emozione in un punto, deve cercare di premere per farla allontanare, per cui fa le pressioni lungo il percorso. Non rimane fermo lì ad ascoltare, perché questo è un modo di dare attenzione che rinforza l’energia dell’emozione, il ricordo. Così come per dare energia a dei punti vuoti, basta stare fermi, invece muoversi vuol dire spostare, tirare via; per cui l’importante è proprio muoversi. Talora la pressione statica sulla zona o sul punto agisce da sostegno per una parte del corpo. Questa staticità è percepita dalla persona come un sostegno ai suoi punti deboli. Questa tecnica è adatta per sostenere le persone con costituzione yin.

LE ZONE DOVE CONTATTARE L’EMOZIONE
Le zone dove si possono contattare le emozioni sono l’hara ed i meridiani.
L’hara perché è il centro dove si percepiscono maggiormente, dove sono più rilevanti; i meridiani in quanto collegano il corpo col centro, cioè con l’hara.
Queste due ‘zone’ sono adatte sia per la diagnostica delle emozioni che per il trattamento.

SENSAZIONI
Le sensazioni che può avere sia chi riceve il trattamento, sia chi tratta, sono varie.

La sensazione di CALORE indica una emozione che si esprime e viene rilasciata.

la sensazione di FREDDO indica un’emozione trattenuta che non fluisce e non si trasforma. La persona reagisce proteggendosi; è contratta fisicamente.

Il principio da cui dovremmo partire per comprendere l’emotività trattenuta, repressa o statica è la definizione di campo di espressione. Se l’espressione vitale della persona è ‘normale’, non dobbiamo risolvere alcunché. Se la persona ripete ciclicamente l’emozione, vive l’insoddisfazione ed entriamo nel problema del DOLORE.
Quando stiamo portando l’attenzione sulle emozioni è importante non avere paura del dolore, che vuol dire non avere paura di fare male. L’intenzione non è di far male ma piuttosto di rendere consapevole l’uke delle zone che riflettono, che corrispondono, all’emozione trattenuta.
Dobbiamo però distinguere le percezioni del dolore cattivo e del dolore buono.

Il DOLORE CATTIVO, è quello fastidioso che disturba e fa contrarre la persona impedendole di rilassarsi.

Il DOLORE BUONO invece è quello percepito dalla persona come dolore piacevole, come dolore che dà rilassamento. Quando qualcuno si massaggia una parte dolente, sente che la parte duole ma sente anche che quel riscaldamento dovuto al massaggio scioglie la tensione: la parte è dolente ma il dolore è piacevole. Ad es. quando dopo una corsa abbiamo un muscolo contratto, sentiamo che il massaggio, l’impastamento fa male, ma la persona avverte immediatamente che dopo ci sarà un rilassamento, per cui lascia fare.

Le emozioni sono percepibili separatamente rispetto al dolore fisico ma non sono per questo differenti. Le emozioni ‘sane’ tendono ad avere un andamento ciclico, cioè ad aumentare d’intensità, fino ad un momento culminante per poi spegnersi, risolversi, cioè non essere più necessarie, avendo compiuto il loro compito di ‘memorizzare’ l’evento.

Non aver paura del dolore significa quindi anche questo: iniziare il trattamento nel momento in cui si percepisce l’emozione, lavorare con le tecniche dette prima, cioè premere per contattarla e premere per spostarla, non rimanere fermi sulla zona. Questa azione/contatto/pressione vuol dire che noi aumentiamo il dolore, cioè lo esasperiamo.
E’ un po’ come nella corrida, dove il toro viene fatto infuriare e poi ucciso; dobbiamo fare infuriare l’emozione per farla venire allo scoperto e crescere; poi “muore” e si trasforma in un flusso emotivo evolutivo. Detta diversamente: la pressione rende consapevole la persona del suo dolore interno; la compartecipazione di Tori e Uke in quel momento permette di accompagnare la persona nel ‘ricordo’ dell’emozione affinché il rilascio possa avvenire in un ambiente protetto.
L’emozione bloccata ed il dolore fisico hanno una componente di paura: paura di cambiamento, paura di avere una reazione scomposta mentre vorremmo essere rilassati e sicuri di noi stessi. Quanto più l’emozione è bloccata, tanto più abile deve essere lo stimolo allo sblocco. In questo caso il dolore buono è anche quello che riesce a sbloccare questa emozione.
Ovviamente a volte insistere, può produrre dolore cattivo. Questo non sarà un trattamento efficace.
Al contrario può accadere che non appena la zona viene premuta, l’emozione si libera; nel momento che le diamo uno stimolo, dobbiamo subito pensare ad accompagnarla nella sua espressione.
Non appena toccate una persona, cioè appena mettete la mano sulla pancia, vedrete che già sta cambiando il tipo di emozione.

Quasi non c’è il tempo di entrare in contatto e di memorizzare la situazione.

Da un punto di vista teorico, è utile pensare in termini circolari alle Cinque Trasformazioni dell’energia o ai 5 elementi: Fuoco, Terra, Metallo, Acqua, Legno. Ad ogni elemento corrisponde la sua emozione e può essere una emozione in uno stato naturale o in uno stato bloccato.

Uno degli scopi del trattamento shiatsu a qualsiasi livello è quello di risistemare il flusso vitale del meridiano che si sta trattando.
Per quanto riguarda le emozioni quando noi affrontiamo una disarmonia e questa è conseguente ad un’emozione bloccata, la cosa migliore è lavorare sul meridiano corrispondente.
Però se questa emozione è preponderante, può inquinare anche gli altri meridiani, per cui noi possiamo percepirla anche in altri meridiani, pur non essendo propria di quei meridiani.

Non importa di cosa soffre il malato (sia asma o ipertensione); la causa prima di tale condizione può essere compresa se si potrà riequilibrare il disequilibrio che è nella psiche del malato (Edward Bach).

In una persona in condizioni normali sul MC potrete sentire le qualità del MC, cioè in pratica l’aspetto della gioia, l’apertura, la circolazione o al contrario la sua chiusura, la difficoltà a vivere la gioia in maniera consona al momento, ad esempio potremmo individuare atteggiamenti isterici o, al suo opposto, freddezza.

Quindi il principio che possiamo assumere come indicazione è:

  • individuare l’emozione su Hara o sul meridiano,
  • effettuare le pressioni restando in stato di ascolto delle proprie reazioni
  • ascoltare le reazioni del ricevente
  • anticipare le reazioni del ricevente usando le proprie percezioni
  • lavorate comunque sul meridiano corrispondente in modo da ottenere il massimo di reazione.
  • lo scopo è quello di riportare l’emozione in quel meridiano
  • nel momento che è incanalata in quel meridiano, l’emozione si stabilizza da sé.

 

C’è una sorta di autoregolazione del nostro corpo.
Il massimo sforzo che noi dobbiamo fare è individuare l’emozione e poi andarla ad incanalare nel suo meridiano. L’azione prevalente del trattamento è indirizzata sui meridiani Yin. Tuttavia anche la parte yang può rientrare nel trattamento shiatsu, in funzione del legame Yin/Yang.

Gianpiero Brusasco, docente e praticante shiatsu.

 

Bibliografia

La Psicologia dei meridiani, W. Ohashi Sensei

Guarisci te stesso, Edward Bach

Psycho-emotional pain and the eight extraordinary vessels, Yvonne Farrell

Appunti, Pauline Sasaki

Il counseling centrato sulla persona, Mearns e Thorne

Racconti di 100 trattamenti, S. Masunaga.

 

Calendario dei corsi Master Shiatsu

 

English version

 

Shiatsu and Emotions

In professional practice, we face the presence of emotional causes of a disorder and physical ones on a daily basis.

Emotions were mental and physiological associated with psychophysiological changes, internal or external stimuli, natural or learned.
In evolutionary or Darwinian terms, their main function is to make the individual’s reaction to situations in which an immediate response is necessary for survival more effective, a reaction that does not use cognitive processes and conscious processing.

(Fig.1)
Conditions of unease and frustration often generate impatience, anger and anxiety, a form of “fear unspoken and contained in rigid armor”. These are often the stressful result of a “wandering” of the mind at times other than the present one (J.Hillman).

Emotions also have a relational function (communication to others of one’s psychophysiological reactions) and a self-regulating function (understanding of one’s psychophysiological modifications). They therefore differ from feelings and moods.
“Perceiving” an emotion through contact is an experience that every shiatsu operator has experienced intensely more than once.
In fact, touching a person usually allows us to enter into a relationship more intensely than a common moment of physical or emotional detachment. During shiatsu treatment other factors come into play which increase perceptiveness, such as physical relaxation and mental concentration.
Physical relaxation promotes tactile communication because it reduces coarse physical stimuli and increases fine perception. Mental concentration channels perception and increases listening skills.
At this point we must be able to identify the prevailing emotion, pressing on the meridians, allowing us to perceive it as the person perceives it. The prevailing emotion may be more perceptible in some and less in others, it may be more tied to a deep or more superficial tension, depending on the person’s experience and constitution. People are not all the same, they will not feel the same type of emotional intensity in all as each of us has a different personality (operator / receiver).
The most important thing to do to be effective in perception and treatment is to be able to distinguish our emotions from those of the person being treated. This is certainly the most difficult task. In fact, usually the emotions most perceivable by shiatsuka are those to which it is most sensitive, that is, those which are most experienced. Empathy plays a fundamental role in building non-evaluative listening and should not be confused with sympathy: the latter is an authentic painful feeling, of suffering together (from syn- “together” and pathos “suffering or feeling”) to receiving and is therefore an obstacle to an effective judgment; on the contrary empathy allows the operator to understand the recipient’s feelings and sufferings, incorporating them into the treatment but without being overwhelmed or confused by it.
In general, people all experience the same emotions. If shiatsuka is influenced by one’s emotions, when he listens and treats the person, he will easily perceive those similar emotions (which resonate) with his own and which are present in the person but are not the ones that prevail.

Our life is the manifestation of both psychological and physical energy. Even today, most western psychologists do not consider the physical body when analyzing psychic states. However, there are many indications that the physical body expresses that allow to reveal the mental state-even of past traumas (W. Ohashi).

RECEIVER’S EMOTIONS – distinction – OPERATOR’S EMOTIONS
It is important to understand the need to be able to create the distinction between the practitioner’s and the recipient’s emotions. When one is able to create the distinction while remaining in the state of maximum perception, the person will have the feeling of being cared for without judgment.
CONTACTING THE EMOTION When contacting the emotion (on hara or other parts) the first thing to do is to “listen” to one’s own perceptions. Emotional resonance has a specific physical effect (different for each of us) that acts on the heart rhythm, muscle tone, up to the internal movements, which identify the emotion.
This perception is probably innate, because we have a body language that is ancestral. There are waves, vibrations that come to us through the hands, the heart, the brain. On the other hand, a child of a few months is able to immediately understand if he is loved or not, by simple physical contact which is the first type of contact he has.
So through simple contact we can feel the emotion. Precisely because it is the first thing we have learned is our communication base, the most instinctive.
However, if contact and listening persist for a long time, it happens that we HOLD the emotion. It is important that the contact is ‘fast’ because otherwise we keep the emotion still, that is, we prevent it from moving, from changing. After a quick listening, you must immediately go to the treatment.

(Figure 2)

MOVE THE EMOTION
To move the emotion, therefore, one must not ‘stand still’ on it, but not give it too much importance, do not fix one’s mind on it, do not take it into ‘serious’ consideration.
This is part of that “distinction” that I have already talked about before.
When we are doing a treatment, if we are focused on the area of ​​perception of emotion, we keep it there, we do not allow it to go away and we strengthen it. Then it is good to identify the emotion and then detach our thoughts, do not take it seriously but rather accompany it to encourage release.
This also of course also applies to the person treated because when he thinks he is in that state, he feeds him.
Shiatsuka can move emotion through treatment, MOVEMENT. When the practitioner perceives the emotion in one point, he must try to press to make it move away, so he presses along the path. He does not stand there listening, because this is a way of giving attention that reinforces the energy of emotion, the memory. Just as to give energy to empty points, just stay still, instead moving means moving, pulling away; so the important thing is to move. Sometimes static pressure on the area or point acts as a support for a part of the body. This static nature is perceived by the person as a support to his weak points. This technique is suitable for supporting people with yin constitution.

THE AREAS WHERE TO CONTACT THE EMOTION
The areas where emotions can be contacted are hara and meridians.
The hara because it is the center where they are most perceived, where they are most relevant; the meridians as they connect the body with the center, that is, with the hara.
These two ‘zones’ are suitable for both emotion diagnostics and treatment.

FEELINGS
The feelings that both those who receive the treatment and those who treat can have are varied.

The feeling of HEAT indicates an emotion that is expressed and released.

the feeling of COLD indicates a restrained emotion that does not flow and does not transform. The person reacts by protecting himself; is contracted physically.

The principle from which we should start to understand the emotion held, repressed or static is the definition of field of expression. If the person’s vital expression is ‘normal’, we don’t have to solve anything. If the person cyclically repeats the emotion, he experiences dissatisfaction and we enter the problem of PAIN.
When we are focusing on emotions, it is important not to be afraid of pain, which means not to be afraid of hurting. The intention is not to hurt but rather to make uke aware of the areas that reflect, which correspond, to the emotion retained.
however, we must distinguish perceptions of bad pain and good pain.

BAD PAIN is the annoying pain that disturbs and makes the person contract, preventing them from relaxing.

GOOD PAIN, on the other hand, is that perceived by the person as pleasant pain, as pain that gives relaxation. When someone massages a painful part, he feels that the part hurts but he also feels that the warming due to the massage releases the tension: the part is painful but the pain is pleasant. E.g. when after a run we have a contracted muscle, we feel that the massage, the kneading hurts, but the person immediately warns that afterwards there will be a relaxation, so let him do it.

(Fig.3)

Emotions are perceivable separately from physical pain but are not therefore different. ‘Healthy’ emotions tend to have a cyclical trend, that is, to increase in intensity, until a culminating moment and then turn off, resolve, that is, no longer necessary, having accomplished their task of ‘memorizing’ the event.
Do not be afraid of pain therefore also means this: start the treatment when you feel the emotion, work with the techniques mentioned above, that is, press to contact it and press to move it, do not stay still on the area. This action / contact / pressure means that we increase the pain, that is, we exacerbate it.
It is a bit like in bullfighting, where the bull is infuriated and then killed; we must infuriate the emotion to make it come out and grow; then it “dies” and turns into an evolutionary emotional flow. In other words: pressure makes the person aware of his internal pain; the sharing of Tori and Uke at that moment allows to accompany the person in the ‘memory’ of the emotion so that the release can take place in a protected environment.
Blocked emotion and physical pain have a component of fear: fear of change, fear of having a decomposed reaction while we would like to be relaxed and confident. The more the emotion is blocked, the more skillful the stimulus to unlock must be. In this case, good pain is also what manages to unlock this emotion.
Obviously, sometimes insisting, it can produce bad pain. This will not be an effective treatment.
On the contrary, it can happen that as soon as the area is pressed, the emotion is released; when we give it a stimulus, we must immediately think of accompanying it in its expression.
As soon as you touch a person, that is, as soon as you put your hand on your belly, you will see that the type of emotion is already changing. (fig.4) There is almost no time to get in touch and memorize the situation.
From a theoretical point of view, it is useful to think in circular terms about the Five Energy Transformations or the 5 elements: Fire, Earth, Metal, Water, Wood. Each element corresponds to its emotion and can be an emotion in a natural state or in a blocked state. (Figure 5)

One of the purposes of shiatsu treatment at any level is to rearrange the vital flow of the meridian being treated.
As for emotions when we face a disharmony and this is a consequence of a blocked emotion, the best thing is to work on the corresponding meridian.
However, if this emotion is predominant, it can also pollute the other meridians, so we can also perceive it in other meridians, even if they are not typical of those meridians.

It doesn’t matter what the sufferer suffers (be it asthma or hypertension); the root cause of this condition can be understood if the imbalance in the patient’s psyche can be rebalanced (Edward Bach).

In a person in normal conditions on the MC you can feel the qualities of the MC, that is in practice the aspect of joy, openness, circulation or on the contrary its closure, the difficulty in experiencing joy in a manner appropriate to the moment, to For example, we could identify hysterical attitudes or, on the contrary, coldness.

So the principle that we can take as an indication is:

– identify the emotion on Hara or on the meridian,
– pressurize while listening to your reactions
– listen to the reactions of the recipient
– anticipate the recipient’s reactions using their own perceptions
– still work on the corresponding meridian in order to obtain the maximum reaction.
– the purpose is to bring the emotion back to that meridian
– the moment it is channeled into that meridian, the emotion stabilizes itself.

There is a sort of self-regulation of our body.
The maximum effort we must make is to identify the emotion and then go to channel it into its meridian. The main action of the treatment is addressed to the Yin meridians. However, the yang part can also be included in the shiatsu treatment, depending on the Yin / Yang bond.

Gianpiero Brusasco, teacher and shiatsu practitioner.

Bibliography
Meridian Psychology, W. Ohashi Sensei
Heal yourself, Edward Bach
Psycho-emotional pain and the eight extraordinary vessels, Yvonne Farrell
Notes, Pauline Sasaki
Person-centered counseling, Mearns and Thorne
Tales of 100 treatments, S. Masunaga.

 

 

version En espagnol

 

Shiatsu y Emociones

En la práctica profesional, nos enfrentamos a la presencia de causas emocionales de un trastorno y físicas a diario.

Las emociones eran mentales y fisiológicas asociadas con cambios psicofisiológicos, estímulos internos o externos, naturales o aprendidos.
En términos evolutivos, o darwinianos, su función principal es hacer que la reacción del individuo ante situaciones en las que es necesaria una respuesta inmediata para la supervivencia sea más efectiva, una reacción que no utiliza procesos cognitivos y procesamiento consciente.

(Figura 1)
Las condiciones de inquietud y frustración a menudo generan impaciencia, ira y ansiedad, una forma de “miedo no expresado y contenido en una armadura rígida”. Estos son a menudo el resultado estresante de un “vagabundeo” de la mente en momentos distintos al presente (J.Hillman).

Las emociones también tienen una función relacional (comunicación a los demás de las reacciones psicofisiológicas) y una función autorreguladora (comprensión de las modificaciones psicofisiológicas). Por lo tanto, difieren de los sentimientos y estados de ánimo.
“Percibir” una emoción a través del contacto es una experiencia que cada operador de shiatsu ha experimentado intensamente más de una vez.
De hecho, tocar a una persona generalmente nos permite entrar en una relación más intensamente que un momento común de desapego físico o emocional. Durante el tratamiento con shiatsu entran en juego otros factores que aumentan la percepción, como la relajación física y la concentración mental.
La relajación física promueve la comunicación táctil porque reduce los estímulos físicos groseros y aumenta la percepción fina. La concentración mental canaliza la percepción y aumenta las habilidades de escucha.
En este punto, debemos ser capaces de identificar la emoción predominante, presionando los meridianos, permitiéndonos percibirla como la persona la percibe. La emoción predominante puede ser más perceptible en algunos y menos en otros, puede estar más ligada a una tensión profunda o más superficial, dependiendo de la experiencia y la constitución de la persona. Las personas no son todas iguales, no sentirán el mismo tipo de intensidad emocional en absoluto, ya que cada uno de nosotros tiene una personalidad diferente (operador / receptor).
Lo más importante para ser eficaz en la percepción y el tratamiento es poder distinguir nuestras emociones de las de la persona que está siendo tratada. Esta es ciertamente la tarea más difícil. De hecho, generalmente las emociones más perceptibles por el shiatsuka son aquellas a las que es más sensible, es decir, las que tienen más experiencia. La empatía juega un papel fundamental en la construcción de la escucha no evaluativa y no debe confundirse con la simpatía: este último es un auténtico sentimiento doloroso, de sufrimiento juntos (de syn- “juntos” y pathos “sufrimiento o sentimiento”) a recibir y, por lo tanto, es un obstáculo para un juicio efectivo; por el contrario, la empatía le permite al operador comprender los sentimientos y sufrimientos del receptor, incorporándolos al tratamiento pero sin sentirse abrumado o confundido por él.
En general, todas las personas experimentan las mismas emociones. Si el shiatsuka está influenciado por las emociones de uno, cuando escucha y trata a la persona, fácilmente percibirá esas emociones similares (que resuenan) con las suyas y que están presentes en la persona pero no son las que prevalecen.

Nuestra vida es la manifestación de energía tanto psicológica como física. Incluso hoy, la mayoría de los psicólogos occidentales no consideran el cuerpo físico cuando analizan los estados psíquicos. Sin embargo, hay muchos indicios de que el cuerpo físico se expresa que permite revelar el estado mental, incluso de traumas pasados ​​(W. Ohashi).

EMOCIONES DEL RECEPTOR – distinción – EMOCIONES DEL OPERADOR
Es importante comprender la necesidad de poder crear la distinción entre las emociones del practicante y del receptor. Cuando uno puede crear la distinción mientras permanece en el estado de máxima percepción, la persona tendrá la sensación de ser atendida sin juicio.
CONTACTO CON LA EMOCIÓN Al contactar con la emoción (en hara u otras partes) lo primero que debe hacer es “escuchar” las propias percepciones. La resonancia emocional tiene un efecto físico específico (diferente para cada uno de nosotros) que actúa sobre el ritmo cardíaco, el tono muscular, hasta los movimientos internos, que identifican la emoción.
Esta percepción es probablemente innata, porque tenemos un lenguaje corporal que es ancestral. Hay ondas, vibraciones que nos llegan a través de las manos, el corazón, el cerebro. Por otro lado, un niño de unos pocos meses puede comprender de inmediato si es amado o no, por simple contacto físico, que es el primer tipo de contacto que tiene.
Entonces, a través del simple contacto podemos sentir la emoción. Precisamente porque es lo primero que hemos aprendido es nuestra base de comunicación, la más instintiva.
Sin embargo, si el contacto y la escucha persisten durante mucho tiempo, sucede que mantenemos la emoción. Es importante que el contacto sea ‘rápido’ porque de lo contrario mantenemos la emoción inmóvil, es decir, evitamos que se mueva, que cambie. Después de una escucha rápida, debe ir inmediatamente al tratamiento.

(Figura 2)

MOVER LA EMOCIÓN
Para mover la emoción, por lo tanto, uno no debe ‘quedarse quieto’ sobre ella, pero no darle demasiada importancia, no fijarse en ella, no tomarla en consideración ‘seria’.
Esto es parte de esa “distinción” de la que ya he hablado antes.
Cuando estamos haciendo un tratamiento, si estamos enfocados en el área de percepción de la emoción, la mantenemos allí, no permitimos que desaparezca y la fortalecemos. Entonces es bueno identificar la emoción y luego separar nuestros pensamientos, no tomarlo en serio, sino acompañarlo para alentar la liberación.
Esto, por supuesto, también se aplica a la persona tratada porque cuando cree que está en ese estado, lo alimenta.
Shiatsuka puede mover la emoción a través del tratamiento, MOVIMIENTO. Cuando el practicante percibe la emoción en un punto, debe intentar presionar para que se aleje, por lo que presiona a lo largo del camino. No se queda allí escuchando, porque esta es una forma de prestar atención que refuerza la energía de la emoción, la memoria. Al igual que para dar energía a los puntos vacíos, simplemente quédese quieto, en lugar de moverse significa moverse, alejarse; así que lo importante es moverse. A veces, la presión estática en el área o punto actúa como un soporte para una parte del cuerpo. Esta naturaleza estática es percibida por la persona como un soporte para sus puntos débiles. Esta técnica es adecuada para apoyar a personas con constitución yin.

LAS ZONAS DONDE CONTACTAR CON LA EMOCIÓN
Las áreas donde se pueden contactar las emociones son hara y meridianos.
El hara porque es el centro donde son más percibidos, donde son más relevantes; los meridianos cuando conectan el cuerpo con el centro, es decir, con el hara.
Estas dos ‘zonas’ son adecuadas tanto para el diagnóstico de emociones como para el tratamiento.

SENTIMIENTOS
Los sentimientos que pueden tener tanto los que reciben el tratamiento como los que lo tratan son variados.

El sentimiento de CALOR indica una emoción que se expresa y se libera.

El sentimiento de FRÍO indica una emoción contenida que no fluye y no se transforma. La persona reacciona protegiéndose a sí misma; Se contrae físicamente.

El principio a partir del cual debemos comenzar a comprender la emoción retenida, reprimida o estática es la definición del campo de expresión. Si la expresión vital de la persona es “normal”, no tenemos que resolver nada. Si la persona repite cíclicamente la emoción, experimenta insatisfacción y entramos en el problema del DOLOR.
Cuando nos enfocamos en las emociones, es importante no tener miedo al dolor, lo que significa no tener miedo al dolor. La intención no es herir, sino hacer que uke sea consciente de las áreas que reflejan, que corresponden, a la emoción retenida.
sin embargo, debemos distinguir las percepciones de dolor malo y dolor bueno.

MAL DOLOR es el dolor molesto que perturba y hace que la persona se contraiga, evitando que se relaje.

El BUEN DOLOR, por otro lado, es el que la persona percibe como un dolor placentero, como un dolor que brinda relajación. Cuando alguien masajea una parte dolorosa, siente que la parte duele, pero también siente que el calentamiento debido al masaje libera la tensión: la parte es dolorosa pero el dolor es agradable. P.ej. cuando después de una carrera tenemos un músculo contraído, sentimos que el masaje, el amasado duele, pero la persona inmediatamente advierte que después habrá una relajación, así que déjalo ir.

(Fig. 3)

Las emociones son perceptibles por separado del dolor físico, pero por lo tanto no son diferentes. Las emociones ‘sanas’ tienden a tener una tendencia cíclica, es decir, aumentar en intensidad, hasta un momento culminante y luego apagarse, resolverse, es decir, ya no es necesario, haber cumplido su tarea de ‘memorizar’ el evento.
No tenga miedo al dolor, por lo tanto, también significa esto: comience el tratamiento cuando sienta la emoción, trabaje con las técnicas mencionadas anteriormente, es decir, presione para contactarlo y presione para moverlo, no se quede quieto en el área. Esta acción / contacto / presión significa que aumentamos el dolor, es decir, lo exacerbamos.
Es un poco como en las corridas de toros, donde el toro se enfurece y luego se mata; debemos enfurecer la emoción para que salga y crezca; entonces “muere” y se convierte en un flujo emocional evolutivo. En otras palabras: la presión hace que la persona sea consciente de su dolor interno; El intercambio de Tori y Uke en ese momento permite acompañar a la persona en la “memoria” de la emoción para que la liberación pueda tener lugar en un entorno protegido.
La emoción bloqueada y el dolor físico tienen un componente de miedo: miedo al cambio, miedo a tener una reacción descompuesta mientras nos gustaría estar relajados y seguros. Cuanto más se bloquea la emoción, más hábil debe ser el estímulo para desbloquear. En este caso, el buen dolor es también lo que logra desbloquear esta emoción.
Obviamente, a veces insistir, puede producir mucho dolor. Este no será un tratamiento efectivo.
Por el contrario, puede suceder que tan pronto como se presiona el área, se libera la emoción; cuando le damos un estímulo, debemos pensar inmediatamente en acompañarlo en su expresión.
Tan pronto como toques a una persona, es decir, tan pronto como pongas tu mano sobre tu vientre, verás que el tipo de emoción ya está cambiando. (fig.4) Casi no hay tiempo para ponerse en contacto y memorizar la situación.
Desde un punto de vista teórico, es útil pensar en términos circulares sobre las Cinco Transformaciones de Energía o los 5 elementos: Fuego, Tierra, Metal, Agua, Madera. Cada elemento corresponde a su emoción y puede ser una emoción en un estado natural o en un estado bloqueado. (Figura 5)

Uno de los propósitos del tratamiento de shiatsu en cualquier nivel es reorganizar el flujo vital del meridiano que se está tratando.
En cuanto a las emociones cuando enfrentamos una falta de armonía y esto es consecuencia de una emoción bloqueada, lo mejor es trabajar en el meridiano correspondiente.
Sin embargo, si esta emoción es predominante, también puede contaminar los otros meridianos, por lo que también podemos percibirla en otros meridianos, incluso si no son típicos de esos meridianos.

No importa lo que sufra la víctima (ya sea asma o hipertensión); La causa raíz de esta afección se puede entender si se puede reequilibrar el desequilibrio en la psique del paciente (Edward Bach).

En una persona en condiciones normales en el MC, podrá sentir las cualidades del MC, que es en la práctica el aspecto de la alegría, la apertura, la circulación o, por el contrario, su cierre, la dificultad de experimentar la alegría de una manera apropiada para el momento, para Por ejemplo, podríamos identificar actitudes histéricas o, por el contrario, frialdad.

Entonces, el principio que podemos tomar como una indicación es:

– identificar la emoción en Hara o en el meridiano,
– presurice mientras escucha sus reacciones
– escuchar las reacciones del destinatario
– anticipar las reacciones del receptor utilizando sus propias percepciones
– todavía trabaje en el meridiano correspondiente para obtener la máxima reacción.
– el propósito es devolver la emoción a ese meridiano
En el momento en que se canaliza hacia ese meridiano, la emoción se estabiliza.

Hay una especie de autorregulación de nuestro cuerpo.
El máximo esfuerzo que debemos hacer es identificar la emoción y luego ir a canalizarla hacia su meridiano. La acción principal del tratamiento se dirige a los meridianos Yin. Sin embargo, la parte yang también se puede incluir en el tratamiento de shiatsu, dependiendo del enlace Yin / Yang.

Gianpiero Brusasco, maestro y practicante de shiatsu.

Bibliografía
Meridian Psychology, W. Ohashi Sensei
Cúrate a ti mismo, Edward Bach
Dolor psicoemocional y los ocho vasos extraordinarios, Yvonne Farrell
Notas, Pauline Sasaki
Asesoramiento centrado en la persona, Mearns y Thorne.
Cuentos de 100 tratamientos, S. Masunaga.

One thought on “Lo Shiatsu e il trattamento delle Emozioni

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